Elettrocardiogramma
L’elettrocardiogramma in breve ECG esprime la rappresentazione grafica dell’attivitá elettrica del cuore. Da tale grafico si ricavano indispensabili informazioni sulle condizioni anatomiche e funzionali del muscolo cardiaco e della frequenza e regolarità del ritmo cardiaco.
L’elettrocardiogramma (ECG) deve essere considerato un ausilio diagnostico che si aggiunge e non sostituisce la visita comprensiva della storia del paziente e di altri esami strumentali, ricordando sempre che un tracciato normale non esclude I’esistenza di una cardiopatia e non sempre I’anomalia elettrica è proporzionale all’entità della cardiopatia e, a volte, può rappresentare I’unico dato patologico in assenza di qualsivoglia patologia.
L’ECG rappresenta la sintesi vettoriale dell’attività elettrica del muscolo cardiaco. La contrazione ritmica del cuore è determinata da una corrente elettrica (il cuore si comporta come un impianto elettrico autonomo costituito da un generatore di corrente e da un sistema di fili che portano tale corrente laddove serve es.:accendere una lampadina ) Non è questa la sede per illustrare le caratteristiche tecniche di un elettrocardiografo, basterà solo ricordare che è costituito da tre blocchi:
– sistema di derivazione con cavo ed elettrodi per il rilievo dei cosidetti potenziali elettrici sulla superficie cutanea;
– sistema di amplificazione di questi potenziali;
– sistema di scrittura delle variazioni dei potenziali durante il battico cardiaco (scrittura su carta termica, ad inchiostro-penna o spruzzo, fotografico etc.) .
Ogni apparecchio è dotato di un sistema di taratura per l’ampiezza del segnale ( per convenzione 1 cm = 1 mV ) e di diverse velocità di registrazione ( 25, 50, 100, 200 mm/sec, più comunemente 25 e 50 mm/sec) che permettono di quantificare la durata delle diverse onde su un carta appositamente millimetrata.
Per convenzione, la traccia segnata sul registratore in condizioni di riposo si chiama linea isoelettrica, mentre quando un segnale elettrico si dirige verso I’elettrodo esplorante la traccia si sposta verso I’alto (deflessione positiva) e quando il segnale elettrico si allontana dall’elettrodo esplorante la traccia si sposta verso il basso (deflessione negativo); se in parte si allontana ed in parte si avvicina si avrà uno spostamento verso il basso e poi verso l’alto ( deflessione difasica). Le derivazioni in cui comunemente e routinariamente si registra un ECG sono:
– tre periferiche bipolari (di Einthoven) Dl, DII, DIII
– tre periferiche unipolari (aumentate di Goldberger) aVR, aVL,aVF
– sei precordiali di Wilson, V1, V2, V3, V4, V5, V6.
Anche la nomenclatura delle varie deflessioni del QRS segue una convenzione precisa e cioè:
– si usa la lettera minuscola per indicare basso voltaggio
– si usa la lettera maiuscola per indicare alto voltaggio (normalmente le onde Q ed S non superano 0,3 mV e si indicano con lettera minuscola q/s, mentre I’onda R supera normalmente 0,5 mV e si indica con la lettera maiuscola);
– si chiama Q la prima deflessione negativa del complesso e precede I’onda R
– si chiama onda R la prima deflessione positiva del complesso ed ogni successiva onda positiva si chiama r’, r” etc.
– si chiama onda S la prima deflessione negativa che segue I’onda R ed ogni deflessione negativa successiva s’, s” etc.
Un’ultima considerazione tecnica va fatta sul sistema di taratura. La registrazione di ogni tracciato va preceduta dalla registrazione del segnale di taratura dello strumento: tale segnale dà un tracciato ad onde quasi rettangolari di amplezza nota, e serve come riferimento per la lettura delle ampiezze delle varie onde elettrocardiografiche : per convenzione il segnale è tarato per una deflessione di 1 cm equivalente ad 1 mV. Il segnale di taratura fornisce anche indicazioni sul stato di funzionamento dell’apparecchio. Si possono avere due morfologie anormali con un onda deformata: la prima con onda non perfettamente rettangolare con spigoli arrotondati ( la morfologia dell’ECG avrà una attenuazione o smorzatura delle onde a variazione rapida ( condizione nota come overdamping); la seconda un onda reyttangolare ma con angoli a picchi acuminati e accentuate variazioni sulle onde lente (condizione nota come overshoting).Questa alterazioni vanno attentamente valutate nell’interpretazione clinica del tracciato elettrocardiografico.