Osservazioni sull'indebitamento delle famiglie Italiane

Associazione Difesa Consumatori “ARCO”

OSSERVAZIONI SULL’ INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE
a cura di Lorenzo Bottalico – Consulente Volontario Arco Consumatori

Le famiglie italiane sono sempre più indebitate e la situazione è resa ancora più preoccupante dal costante incremento del costo della vita che colpisce soprattutto beni di primissima necessità (farina +21%, pane +10,3%, patate +11,7%) e dalla pressocchè immobilità dei salari e degli stipendi. Tutto questo spinge inesorabilmente le famiglie a ricorrere sempre di più agli acquisti rateali (anche per importi di modesta entità). E’ proprio il numero dei vari prestiti, spesso uniti al mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale, a determinare le difficoltà a far fronte al pagamento delle rate. Comperare qualsiasi cosa rateizzando il pagamento piace sempre di più agli italiani. Secondo l’Abi i finanziamenti bancari alle famiglie, nei primi sei mesi dell’anno, sono cresciuti del 9% con un boom del credito al consumo che è aumentato del 17,5% raggiungendo i 353 miliardi di euro. Un fenomeno in costante ascesa come testimonia anche la ricerca condotta da Prometeia dalla quale emerge che il credito alle famiglie ha mostrato nell’ultimo decennio un tasso di crescita superiore all’11%. Parallelamente è cresciuta anche l’esposizione delle famiglie, con il rapporto debito su reddito che è passato dal 48% del 1998 al 75% del 2004; vale a dire che per ogni mille euro di entrate 750 euro erano destinati già tre anni fa alla restituzione di prestiti o mutui. Il direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra, ha sottolineato che il settore bancario continua a sostenere le esigenze di spesa sempre più complesse ed evolute delle famiglie, anche nell’ottica strategica di un rilancio dei consumi che dovrebbero contribuire a dare una spinta alla ripresa dell’economia.
Nonostante il buon trend di crescita, rimane comunque elevato il divario tra l’Italia ed il resto d’Europa; il rapporto fra credito al consumo e Pil nel nostro Paese è fermo al 5,8% contro il 7,5% della Francia, il 9,4% della Spagna, il 9,9 della Germania ed il 16,5 della Gran Bretagna.
Ma il ricorso alla rateizzazione, secondo Abi e Prometeia, è sempre più una necessità che una scelta e praticamente ogni cittadino italiano è virtualmente indebitato per 1.590 euro. Praticamente si fa ricorso al credito per ogni necessità come l’acquisto di libri scolastici, spese mediche, elettrodomestici e perfino generi alimentari.
Il vero problema sorge quando chi ha bisogno di un prestito e si vede rifiutare la richiesta dalle banche (che valutano la scarsa capacità di rimborso del richiedente), è costretto a rivolgersi ad una finanziaria disposta ad assecondare la domanda , ovviamente a condizioni molto più onerose. Sono infatti sorte numerose finanziarie più o meno affidabili che operano con condizioni a volte superiori di diversi punti rispetto al credito al consumo concesso dalle banche (oggi il tasso medio di tale forma di finanziamento è del 7,87%). E’ pertanto necessario fare molta attenzione alle condizioni offerte da queste società ed in particolare occorre concentrarsi sul taeg (tasso annuo effettivo globale). Il taeg indica su base annua il costo effettivo del finanziamento comprendente anche gli oneri accessori quali le spese di istruttoria, le spese di apertura pratica e quelle di incasso delle rate. Alcune finanziarie indicano tale dato come tasso mensile (ad esempio il tasso mensile dell’1,33% corrisponde al taeg del 17,18%). Bisogna poi osservare che ogni rata costante di rimborso del prestito viene gravata – oltre che dal taeg mensile – dalle spese di tenuta conto, dal premio di assicurazione e dai bolli.
La legge Bersani prevede la possibilità di ristrutturare e di incorporare vari prestiti esistenti in un unico finanziamento ma molto spesso l’ammontare del debito rende inattuabile tale utilissima procedura e quindi le famiglie più indebitate si sentono rifiutare tale opportunità.
In Italia è in costante ascesa (+ 18% sul 2006 nei primi dieci mesi dell’anno) il ritardo nei pagamenti delle rate di prestiti e mutui. Il pericolo di ulteriori rincari delle rate resta consistente secondo l’agenzia di rating ed in questo quadro le sofferenze non potrebbero che empiersi.Del resto l’Abi ha reso noto che i tassi medi sui mutui sono in costante ascesa mese dopo mese ed a ottobre hanno raggiunto il massimo da cinque anni con il 5,71% (all’inizio dell’anno erano al 5% per arrivare a settembre al 5,62%). I tassi sono spinti al rialzo prima dagli interventi della Bce e poi dalle fibrillazioni causate sui mercati dalla crisi dei subprime americani. Il tasso di riferimento Euribor a 2 mesi è schizzato al 4,65%, valore mai raggiunto negli ultimi sette anni.
Intanto, dopo il pressing messo in campo nelle ultime settimane da parte del governo e delle associazioni dei consumatori, il comitato esecutivo dell’associazione bancaria ha varato una raccomandazione sulla portabilità dei prestiti immobiliari agli istituti di credito associati: dovrà essere la banca subentrante e non il cliente a farsi carico dei costi e delle penali per l’estinzione del mutuo originario. Su questo aspetto l’articolo 8 della legge 40/2007 nota come decreto Bersani (che stabilisce che chiunque possa trasferire un mutuo ad un’altra banca senza costi aggiuntivi) è stato molto lacunoso e, mentre per le famiglie diventa sempre più importante poter rinegoziare mutui divenuti nel frattempo sempre più cari, di fatto la portabilità dei mutui trova poca applicazione proprio per il problema del carico dei costi notarili (annotazione dell’ipoteca in conservatoria e le penali per i mutui di remota scadenza).
Il 18 dicembre 2009 è stato siglato un importante accordo tra l’ABI e le principali Associazioni Consumatori denominato “piano famiglie”. L’iniziativa è destinata al sostegno delle persone fisiche in difficoltè a far fronte al pagamento delle rate dei mutui e prevede la possibilitè per la clientela di chiedere la sospensione fino a dodici mesi del pagamento delle rate dei mutui concessi per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell’abitazione principale, al verificarsi di determinati eventi che impattano sulla capacità di rimborso. Questa possibilità dovrebbe mettere al riparo temporaneamente tutti i soggetti che hanno perso il proprio posto di lavoro o quello do un proprio familiare convivente (che ha avuto accesso agli ammortizzatori sociali) oppure chi, a seguito del perdurare dell’attuale crisi dei consumi si è visto ridurre sensibilmente il proprio giro di affari e quindi le proprie entrate familiari. Invitiamo pertanto sin d’ora tutti gli interessati a contattare la nostra Associazione per verificare la sussistenza dei requisiti idonei all’accesso di tale favorevole procedura.

Lorenzo Bottalico

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