L’arte di Luciano Tammaro : da un’intervista del 2002.
Ricordo di Anna Maria Santoro
Luciano Tammaro è scomparso in una sera d’autunno del 2004 all’età di 50 anni lasciando, nel suo studio di Chieti, tele, matite, polvere di gesso, pezzi di legno, corde, fili di ferro, pennelli e alcuni tubetti di colore ancora intonsi.
La sua carriera artistica era iniziata durante l’adolescenza a Bruxelles, dipingendo per strada nel quartiere pi? antico della citt?.
Scenografo, pittore e scultore, riusciva a passare dalle ampie prospettive dei fondali e delle piattaforme girevoli degli allestimenti teatrali, allo studio di immagini piccolissime, compresse sulla tela come tanti fotogrammi di una sequenza cinematografica.
Amava i colori brillanti: li usava sempre puri, mai abbassati con il bianco o con il nero: “il rosso deve essere rosso – diceva – il giallo giallo, per invadere la vista dell’osservatore”: li accostava senza segni di contorno, per accordi e contrasti senza passaggi tonali e con una valenza simbolica riferibile alle passioni, alla guerra e alle iniquit?. I colori li usava anche nelle sculture aggiungendo, durante il processo di fusione, piccoli pigmenti capaci di esaltare i movimenti chiaroscurali del bronzo.
Amava il figurativo e l’informale: per lui il corpo femminile rappresentava l’ideale assoluto di bellezza, le altre figure, invece, che spesso ritraeva deformi, rappresentavano il dolore e la parte pi? intima dell’uomo mentre l’informale era il simbolo della libert?.
“Progetto le sculture accuratamente – diceva poco prima della sua malattia – ma i dipinti no, li faccio di getto, stendendo i colori senza nemmeno un disegno preparatorio perch? quando sono di fronte alla tela amo viaggiare con la fantasia”.
Il sito web del Maestro http://www.lucianotammaro.com/ non è più attivo