NO TARGET MOVEMENT

Gi? alla Biennale di Venezia del 2003, sebbene rifiutato dal Mumo’s, dal Moma, dal Mumi e dal Mama, sul numero 240 della rivista “Flash Art” appariva il Manifesto semi integrale del gruppo ( l’originale ? andato smarrito in seguito alla rottura del tubo di scarico della sede ) :
“SIAMO I CREATORI DI UN MOVIMENTO SENZA OPINIONI.
i fondatori del no target movement

USIAMO LA COMUNICAZIONE COME FINE NON COME MEZZO.
NE’ PACE NE’ GUERRA
NE’ ARTE NE’ ANTIARTE.
NON SIAMO RESPONSABILI DEI NOSTRI SCRITTI
E DELLE OPINIONI CHE NON ABBIAMO
RISPETTO A QUELLO CHE ABBIAMO DETTO.
PENTITEVI, FINCHE’ SIETE IN TEMPO,
FINCHE’ LE FORME SONO ANCORA TRA VOI
PRIMA CHE VI ABBANDONINO PER SEMPRE
E SOTTRAETEVI AD OGNI SCOPO
PRIMA CHE LA VOSTRA FORMA FORMANTE NON SI DISSOLVA”

Renato Guttuso: il rapporto con le cose

Renato Guttuso ? in mostra al MUmi, a Francavilla al mare (CH) dal 25 Giugno 2005 al 30 Settembre 2005, con 65 opere dipinte dal 1931 al 1986. La mostra ? promossa dal Comune di Francavilla e dall’Associazione culturale “Il Trifoglio”. Il curatore scientifico ? Domenico Guzzi.
inaugurazione
Brevi cenni biografici:
artista figurativo, legato a temi sociali e dichiaratamente politici, Renato Guttuso nasce a Bagheria il 2 Gennaio del 1912. Alla fine degli anni Venti completa gli studi classici e comincia a frequentare lo studio di Pippo Rizzo, futurista.
Nel 1931 espone alla I Quadriennale a Roma.
Nel 1932 partecipa a una collettiva al” Milione” di Milano.
Nel 1933 si trasferisce a Roma dove stringe rapporti con Mafai, Pirandello e Cagli.
Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale di Roma.
Nel 1936 ? alla Biennale di Venezia.
Nel 1946 fonda, con Birolli, Vedova, Morlotti e Turcato, il “Fronte Nuovo delle arti”.
Nel 1968 ? a Parigi dove ritrae i giovani nelle loro marce di protesta (che sfocerranno nel leggendario “Maggio francese”).
Nel 1969 si stabilisce a Roma, in via Margutta, con la sua compagna Marta Marzotto. In questo periodo comincia una serie di quadri autobiografici.
Muore a Roma il 18 Gennaio 1987.

10 Aprile 2005 Intervista a Dacia Maraini: il suo ultimo romanzo "Colomba".

Incontro con l’autore : da un’intervista di Anna Maria Santoro

Da Roma a Chieti: due ore di viaggio in macchina, una sosta di dieci minuti per un th? al bar. Piove. Poi, attraverso i vicoli di via Mater Domini, Dacia Maraini arriva nel cuore di Chieti.
Sono le 16 del 10 Aprile 2005 . Ad attenderla molti suoi lettori.
dacia maraini

Vincitrice di numerosi premi tra i quali “Campiello” e “Strega”, da dodici anni vive tra Roma e L’Abruzzo, nel cuore del Parco Nazionale, “dove i cervi e i camosci – racconta – arrivano al tuo fianco all’improvviso e silenziosi, quasi sfiorando il suolo”.
Ama l’Abruzzo, i suoi boschi, la sua storia e i suoi dialetti. Qui ha scritto alcuni dei suoi libri, e vi ha ambientato “Colomba”, l’ultimo romanzo edito da “Rizzoli” nel 2004, attraverso il quale si sentono perfino gli odori di questa terra: delle more di Gioia Veccchio, delle noci delle montagne marsicane e degli orapi di Touta. Nel romanzo, attraverso la narrazione di complesse e intricate vicende familiari che si snodano dal 1880 al 2002, molti sono gli avvenimenti storici descritti: la sconfitta del Sanniti del 290 a.C. ad opera dei Romani, la Bolla con la quale Papa Benedetto VII impose ai signori della Contea Valeria di non toccare i Benedettini di Gioia dei Marsi, le scorrerie dei briganti, ma anche la scomparsa di Federico Caff? nel 1987.
D.: Come mai tanto interesse per la storia d’Abruzzo?
R.: I boschi che io frequento a Pescasseroli, Opi e Villetta Barrea sono integri: basta chiudere gli occhi per immaginare che cosa ? successo l? fin dai tempi pi? antichi.
D.: Perch? nel libro ci sono molte espressioni dialettali?
R.: Il dialetto ? un patrimonio che va conservato, un’esperienza linguistica importante: io addirittura lo farei insegnare nelle scuole, affiancato all’italiano. Il dialetto usato da me nel libro ? quello delle montagne, un po’ contratto perch? quasi tutte le vocali sono mute, ma ? bello, musicale.
D.: Lei d? molta importanza all’uso delle parole. Quanta forza ha la parola?
R.: Ho una passione per le etimologie e per lo studio dei significati che cambiano nel tempo. Dentro ogni parola c’? una storia: di un paese, di un’epoca, di un popolo. La parola ? complicazione, approfondimento. La parola ? mistero.